Stanze  1988-95

Dopo il 1989 Cornelia Stauffer si dedica completamente al disegno a matita su grandi dimensioni, intere stanze, tematiche di processi di trasformazione e metamorfosi dei quali l’osservatore viene circondato completamente. Tutto è in movimento, instabile, dinamico; nessuna certezza, ogni immagine o situazione può cambiare da un momento all’altro. Anche se rigorosamente in bianco e nero, le opere sono piene di vita ricca e travolgente.

La grafite, il mezzo più povero del pittore, è labile, luccicante, ma potente.

Campi di energia prendono possesso dello spazio e delle persone, devono essere percorsi e illustrano diversi stadi di crescita come anche le possibilità e i limiti umani. Attraversare, accogliere e lasciare dietro di sé: anche le sequenze di immagini riportano al rimando perpetuo; inizio e fine sono interconnessi, si uniscono al tutto.”(Christoph Bertsch) “Essere nella pancia della pittura come Pinocchio nella pancia della balena; L’osservatore è il sasso che crea i cerchi nell’acqua; l’osservatore è la banana, l’immagine è la buccia della banana.” (Cornelia Stauffer)

 

 

 

 
 

r